21 settembre 2011

La tribù

Sono quasi le 7, ma da queste parti è ancora buio. Esco dall'hotel, mi dirigo giù per le ramblas, ubriachi e nottambuli da discoteca, lattine vuote e sporcizia varia a fare da contorno. Poi arrivo sulla riva del mare, un km ancora e la città cambia aspetto. Una località balneare in piena regola. La direzione è quella giusta. Il lungomare è affollato di tapascioni, spuntano dall'oscurità e ti vengono incontro. Come ruscelli che diventano torrenti e poi fiumi dritti verso il mare, si danno appuntamento qui a correre avanti e indietro su questo tratto di costa, parlando la medesima lingua, a Barcellona come a Milano. Passi pesanti e più leggeri, fiato corto e musica sparata nelle orecchie di quello che ti supera. Per chi corre ogni città ha in sé la certezza di un luogo dove trovare la tua stessa gente, le stesse usanze, le stesse regole. La tribù si muove con me.

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