Se
sapevo che dopo la curva c’era il traguardo… Comunque il tempo mi soddisfa … Alla
fine ce ne avevo ancora… E quindi? che sarebbe successo? avresti vinto?
Prima di gettarmi nella mischia dei
giochi lasalliani, il prof. Levatino mi spronava: Parti a palla e finisci senza
benzina! Il cross sta tutto qui. Senza sconti, niente tattica, superare o
essere superato. Primitivo nei sentimenti, semplice nei bisogni.
E così ho
fatto. Onestamente. Giù dalla discesa nel fondo del gruppo. Poi il curvone del
parcheggio, inventato in mezzo al prato. Lo strappo che diventa Forcella Pordoi al
secondo giro. Scollini accanto ai due
pini e giù dall’altra parte a inseguire quelli davanti. Un sueggiù spezza
gambe, che il fiato era già corto dopo i primi 100 metri. La curva nel
fango e poi su verso l’arrivo. Ripetere, prego, un'altra volta. Con tanti colori negli occhi, i sorpassi sempre meno frequenti, le gambe che si inchiodano ed infine il traguardo,
dopo aver superato la decima donna in extremis. “Ma poverina, poteva non
superarla”. Eh no signora, questo è il cross!
Nessun commento:
Posta un commento