12 maggio 2015

1° maggio - Trofeo Dario&Willy


Oltre il tempo limite breve summary del mio primo maggio

Le gare da queste parti sono sempre affollate da retici che pare abbiano iniziato a correre ancora prima di camminare.

Così mi metto in marcia sulla superstrada con la guida indiana e con il low profile che si addice all’ospite infrequente, che non conosce l’idioma locale. Prima volta al Dario & Willy per il Tapabada ma monti conosciuti come lo potrebbero essere per il Renzo manzoniano con tutti i trascorsi escursionistici per queste montagne.
La pioggia autunnale che scende fine non scoraggia gli oltre 500, che partono subito forte ed io dietro ad arrancare. La Dario&Willy è presto spiegata: ci sono tre salite da affrontare e, se piove, si aggiunge pure il fango. La prima salita, verso il rifugio Sev, è la più tosta, per sviluppo e dislivello, fatta con il seprentone che spinge sbuffa e suda all'unisono. Poi c’è quella per valicare il monte Rai e infine il saliscendi (più sali che scendi) che porta all’ultimo strappo del Sasso Preguda. Il tutto condito, in un primo maggio dove a lavorare ci sta solo Giove Pluvio, da fango di quelli spessi e insidiosi. Risalgo al primo cancello orario del rifugio Sev in tempo utile per rifocillarmi con calma e pensare a come affrontare nel migliore dei modi la discesa seguente. La scelta optata è di scendere quasi esclusivamente a patella con conseguenze nefaste per le mie chiappe. Dopo la prima parte il sentiero diventa corribile e verso il rifugio Terz’alpe riesco pure a tirare il fiato. Ma appena passato il ristoro si riprende a salire verso il monte Rai e il rifugio SEC, dove in mezzo alle nebbie ci attende anche lo speaker ufficiale del Giir di Mont (così dicono le cronache, ma non lo conosco personalmente). Poi giù in picchiata verso San Tommaso, con il Tapabada più attento a evitare rovinose cadute che a tenere dietro le persone che sfrecciano su entrambe le corsie laterali. L’ultima parte della gara si snoda nel bosco. La pioggia si fa insistente e un gruppo di pazzi alcolici ci saluta sullo Zucon a colpi di campanaccio e alito da stendere un toro. In questo clima da Zegama Aizkorri - pioggia nuvole basse e tifo da stadio - infiliamo l’ultima discesa pendente quanto basta, ma modificata rispetto all’originale, visti i problemi di stabilità nella giornata autunnale. Il lungolago ci aspetta, non gli spettatori, che dopo 4h19’ sono ormai spariti. Ma anche questa seconda gara “bagnata” del 2015 è fatta: 22km per 2000 metri di dislivello.

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