Oltre il tempo limite breve summary
del mio primo maggio
Le gare da queste parti sono sempre
affollate da retici che pare abbiano iniziato a correre ancora prima di
camminare.
Così mi metto in marcia sulla
superstrada con la guida indiana e con il low profile che si addice all’ospite
infrequente, che non conosce l’idioma locale. Prima volta al Dario & Willy
per il Tapabada ma monti conosciuti come lo potrebbero essere per il Renzo
manzoniano con tutti i trascorsi escursionistici per queste montagne.
La pioggia autunnale che scende fine non
scoraggia gli oltre 500, che partono subito forte ed io dietro ad arrancare. La
Dario&Willy è presto spiegata: ci sono tre salite da affrontare e, se
piove, si aggiunge pure il fango. La prima salita, verso il rifugio Sev, è la più tosta,
per sviluppo e dislivello, fatta con il seprentone che spinge sbuffa e suda all'unisono. Poi c’è quella per valicare il monte Rai e infine il
saliscendi (più sali che scendi) che porta all’ultimo strappo del Sasso
Preguda. Il tutto condito, in un primo maggio dove a lavorare ci sta solo Giove
Pluvio, da fango di quelli spessi e insidiosi. Risalgo al primo cancello orario del rifugio Sev
in tempo utile per rifocillarmi con calma e pensare a come affrontare nel
migliore dei modi la discesa seguente. La scelta optata è di scendere quasi
esclusivamente a patella con conseguenze nefaste per le mie chiappe. Dopo la
prima parte il sentiero diventa corribile e verso il rifugio Terz’alpe riesco
pure a tirare il fiato. Ma appena passato il ristoro si riprende a salire verso il monte Rai
e il rifugio SEC, dove in mezzo alle nebbie ci attende anche lo speaker
ufficiale del Giir di Mont (così dicono le cronache, ma non lo conosco personalmente). Poi
giù in picchiata verso San Tommaso, con il Tapabada più attento a evitare
rovinose cadute che a tenere dietro le persone che sfrecciano su entrambe le
corsie laterali. L’ultima parte della gara si snoda nel bosco. La pioggia
si fa insistente e un gruppo di pazzi alcolici ci saluta sullo
Zucon a colpi di campanaccio e alito da stendere un toro. In questo clima da
Zegama Aizkorri - pioggia nuvole basse e tifo da stadio - infiliamo l’ultima
discesa pendente quanto basta, ma modificata rispetto all’originale, visti i
problemi di stabilità nella giornata autunnale. Il lungolago ci aspetta, non
gli spettatori, che dopo 4h19’ sono ormai spariti. Ma anche questa seconda gara
“bagnata” del 2015 è fatta: 22km per 2000 metri di dislivello.
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